a sinistra Il Presidente del Rotary Club di Avellino Avv. Domenico Fioretti
29
marzo 2012
http://www.rotaryclubavellino.comoj.com/indice.htm
La gestione del territorio, il suo
cattivo uso, le connivenze con la politica, sono stati alcuni dei temi che sono
emersi nel corso del convegno di presentazione del volume "L'Italia che
frana", realizzato dall'Ing. Bartolomeo Sciannimanica per i tipi dell'editore
Grauso, ospite del Club questa sera nell'auditorium dell'ex Carcere Borbonico,
gentilmente concesso dalla Provincia di Avellino.
L'ing. Sciannimanica, napoletano di
adozione (qui la sua
scheda anagrafica)
ha una lunga esperienza nella gestione del territorio e nelle problematiche
correlate. Lo scempio cui tutti i giorni assistiamo nello spreco della risorsa
"territorio", consumo che troppe volte abbiamo conosciuto essere
stato mediato dalla speculazione e dalla malavita, comporta conseguenze
devastanti non solo nella fase acuta dell'inondazione, della frana, ma anche e
soprattutto nella vita quotidiana, dove sono meno evidenti ma non meno gravi.
Per fare un'esperienza su questi
problemi, basta fare un giro nelle nostre città, dalle più piccole alle più
grandi: la disposizione degli edifici, la loro crescita senza un ordine, un
criterio, ha modificato definitivamente il territorio e influisce tutti i
giorni sulla nostre vite: il traffico veicolare, la congestione della gente,
l'inquinamento, si paga ogni momento.
La richiesta di territorio come
risorsa è ovviamente maggiore in alcune zone piuttosto che in altre, in
particolare è maggiore dove è inferiore il reddito medio, perché c'è la spinta
a soddisfare un bisogno e contemporaneamente creare un reddito, una ricchezza.
Le necessità della gente spinge il politico a sfruttare a fini elettorali
queste richieste, mediando con le amministrazioni e governando la gestione
delle pratiche. La cosa diviene ancora più grave quando, in barba alle
normative, si costruisce al di fuori delle limitazioni, dei piani regolatori
che possono costituire già di per se un cattivo uso del territorio, creando
manufatti abusivi. La loro costruzione è particolarmente pericolosa nelle aree
a maggior rischio geologico, la cui modifica amplifica le possibili conseguenze
ambientali in caso di avverse condizioni meteo, facilitando i danni
conseguenti.
I drammi recenti di Messina, delle
Cinque Terre, di Genova, senza voler tornare all'alluvione di Sarno e Quindici,
sono solo alcune delle innumerevoli occasioni nelle quali si evidenziano le
conseguenze spesso tragiche della cattiva gestione del territorio.
In queste occasioni la Magistratura
interviene ricercando la causa prossima, perché è quella sanzionabile dalla
legge, mentre lo specialista cerca la causa (o le cause) remote; nel primo caso
si tratta di un errore e anche un'ingiustizia: chi incappa nelle maglie della
legge generalmente è quello che è rimasto con il cerino un mano, poiché quanto
accade è la conseguenza finale di una lunga serie di eventi, la cui partenza è
spesso indietro di decenni.
Alla serata ha partecipato anche il
prof. Giannola, dell'Università di Napoli, che ha sottolineato i momenti di
collegamento tra l'economista, quale egli è, e lo specialista in territorio.
Diversi brani del libro sono stati letti dalla voce inimitabile della nota
attrice teatrale Annamaria Ackermann, ben nota al grande pubblico, per aver lavorato
fra gli altri, con i De Filippo e Nino Taranto, oltre che in diversi film.
a sinistra Prof. Adriano Giannola Presidente dell'Istituto Banco di Napoli Fondazione
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