domenica 22 gennaio 2012

“L’Italia che frana” un vademecum contro l’abusivismo


Repubblica Napoli

SOCIETA'

NAPOLI n XVI



DOMENICA 27 NOVEMBRE 2011Al Blu di Prussia

“L’Italia che frana”

un vademecum

contro l’abusivismo

ALESSIO GEMMA



«UNA casa per tutti? Non è uno slogan, ma un obiettivo da perseguire. A Napoli è necessario un piano di governo del territorio che tenga insieme sviluppo, tutela dell’ambiente e uguaglianza sociale. Altrimenti l’area orientale non riparte, Bagnoli va a rilento e la città non sarà mai collegata a uno dei porti più grandi del mondo». Bartolomeo Sciannimanica, 62 anni, barese di nascita e calabrese d’adozione, 13 anni spesi prima al Comune di Napoli e poi alla Regione Campania a dirigere i servizi ambiente e urbanistica, prova a rimettere insieme i cocci de “L’Italia che frana” (126 pagine, Graus editore, 13.50 euro). Il libro sarà presentato dall’autore martedì alle 17.30 al “Blu di Prussia” in via Filangieri. Interverranno Carmine Gambardella,  Libero Mancuso, Luigi Mascilli Migliorini, Renato Nicolini, Ugo Ricciardi, Vincenzo Siniscalchi, Francesca Ghidini. Da un lato le 20 mila segnalazioni annuali di abusi in Campania, dall’altro i 350 mila nuclei familiari in condizioni di disagio abitativo: Sciannimanica parte dalla sua esperienza in Regione, con 400 unità immobiliari demolite in 5 anni, per arrivare a una  conclusione: «Il problema è che i vani realizzati vengono messi sul mercato libero e acquistati da chi ha più soldi e non da chi ne ha più bisogno». Il risultato è che il 44 per cento delle famiglie napoletane è in affitto e paga un canone che prosciuga il 60 per cento del loro reddito. «Ma ciò non giustifica l’abuso edilizio – continua Sciannimanica – che deforma la democrazia, produce consenso elettorale, riduce l’imprenditore in un soggetto bisognoso degli amministratori perché le regole che ci sono vengono male applicate ». Un sistema perverso. Con politici, affaristi e cittadini stretti nella morsa dell’illegalità. Al quale  l’autore, da dirigente regionale dell’urbanistica, ha risposto con strumenti innovativi: introducendo gli “appalti preventivi”,  dando avvio a una bacheca pubblica degli abusi edilizi, puntando su un sistema satellitare (Mistral) per individuare i “mostri di cemento”. «In Campania fino al 2007 non si demoliva, abbiamo riorganizzato gli uffici e abbattuto costruzioni importanti». Dai mille alloggi di Casalnuovo del 2007 ai cento posti barca nel porto romano di Bacoli del 2008, fino allo scoperta delle “pagliarelle” in costiera amalfitana: stuoie di canne usate per coprire manufatti abusivi. «L’urbanistica è diventata una tragedia: una legge del 1942 prevede che per ogni unità immobiliare si debba costruire una superficie di parcheggi. Solo che i box-auto magari vengono trasformati in negozi e ora non sappiamo più dove parcheggiare le nostre macchine per strada».

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