Repubblica Napoli
SOCIETA'
NAPOLI n XVI
DOMENICA
27 NOVEMBRE 2011Al Blu di Prussia
“L’Italia che frana”
un vademecum
contro l’abusivismo
ALESSIO GEMMA
«UNA casa per tutti? Non è uno slogan, ma un
obiettivo da perseguire. A Napoli è necessario un piano di governo del
territorio che tenga insieme sviluppo, tutela dell’ambiente e
uguaglianza sociale. Altrimenti l’area orientale non riparte, Bagnoli va a rilento
e la città non sarà mai collegata a uno dei porti più grandi del mondo».
Bartolomeo Sciannimanica, 62 anni, barese di nascita e calabrese d’adozione, 13
anni spesi prima al Comune di Napoli e poi alla Regione Campania a dirigere i
servizi ambiente e urbanistica, prova a rimettere insieme i cocci de “L’Italia
che frana” (126 pagine, Graus editore, 13.50 euro). Il libro sarà presentato dall’autore
martedì alle 17.30 al “Blu di Prussia” in via Filangieri. Interverranno Carmine
Gambardella, Libero Mancuso, Luigi Mascilli Migliorini, Renato
Nicolini, Ugo Ricciardi, Vincenzo Siniscalchi, Francesca Ghidini. Da un lato le
20 mila segnalazioni annuali di abusi in Campania, dall’altro i 350 mila nuclei
familiari in condizioni di disagio abitativo: Sciannimanica parte dalla sua
esperienza in Regione, con 400 unità immobiliari demolite in 5 anni, per
arrivare a una conclusione: «Il problema è che i vani realizzati
vengono messi sul mercato libero e acquistati da chi ha più soldi e non da chi
ne ha più bisogno». Il risultato è che il 44 per cento delle famiglie
napoletane è in affitto e paga un canone che prosciuga il 60 per cento del loro
reddito. «Ma ciò non giustifica l’abuso edilizio – continua Sciannimanica – che
deforma la democrazia, produce consenso elettorale, riduce l’imprenditore in un
soggetto bisognoso degli amministratori perché le regole che ci sono vengono
male applicate ». Un sistema perverso. Con politici, affaristi e cittadini
stretti nella morsa dell’illegalità. Al quale l’autore, da dirigente regionale dell’urbanistica,
ha risposto con strumenti innovativi: introducendo gli “appalti preventivi”, dando avvio a una bacheca pubblica degli abusi
edilizi, puntando su un sistema satellitare (Mistral) per individuare i “mostri
di cemento”. «In Campania fino al 2007 non si
demoliva, abbiamo riorganizzato gli uffici e abbattuto costruzioni importanti».
Dai mille alloggi di Casalnuovo del 2007 ai cento posti
barca nel porto romano di Bacoli del 2008, fino allo scoperta delle “pagliarelle”
in costiera amalfitana: stuoie di canne usate per coprire manufatti abusivi. «L’urbanistica
è diventata una tragedia: una legge del 1942 prevede che per ogni unità
immobiliare si debba costruire una superficie di parcheggi. Solo che i box-auto
magari vengono trasformati in negozi e ora non sappiamo più dove parcheggiare le
nostre macchine per strada».
http://ricerca.repubblica.it/repubblica?query=L'+Italia+che+frana+un+vademecum+contro+l'+abusivismo&view=archivio
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